venerdì 20 luglio 2012

Di come smettere di giustificare scelte alimentari.

Ebbene, in questo mondo in cui a nessuno importa un fico secco di quel che fai purché tu non lo disturbi, c'è ancora qualcosa che desta scandalo e malesempio: il vegetarianesimo, che se poi parliamo del veganesimo è guerra nucleare.

Oggi a pranzo c'erano varie cose sulla tavola, tra cui una simpatica crocchetta dorata, riporto la discussione
io -cosa c'è dentro?-
mamma -boh, non lo so, le ha fatte la zia, comunque il pollo credo-
opsite -e anche delle spezie-
babbo -la noce moscata, mia sorella la usa molto-
io -ah va bene-

mangio la pasta in bianco e un cetriolo.
babbo -ma non hai mangiato la crocchetta perché c'è la carne dentro?-
io -sì-
babbo -aaaaahhh (guardando l'ospite) è un periodo che va così, non mangia la carne, perché va di moda-
io -sono due anni che non mangio la carne, anzi tre, da quando sono andata in Francia nel 2009-
Fine della conversazione.

Ma io dico, che fastidio ti do? Ma perché devi mettere in risalto i miei comportamenti perché pensi che siano sbagliati? Ma perché dopo che l'hai fatto notare ti senti in dovere di giustificarmi?

Sono arrivata al punto che invece che ogni volta partire con la tiritera dei perché e dei percome, dico solo "non mangio carne da tot tempo, saluti e baci" e ad ogni tentativo di inquisizione rispondo "mi dispiace, non sono un medico, ma di salute sto benissimo lo stesso, dono il sangue e sono piena di energie, se poi penso che risparmio la vita a decine di animali sto ancora meglio". STOP. 
Se il mio interlocutore fa per mestiere l'aizzatore peggio per lui, non rispondo più: saran bene fatti miei quel che mangio o no?