giovedì 29 agosto 2013

Pensieri sparsi e obiettivi da raggiungere.

Sottotitolo: 2013, vai e credici.

Per un paio d'anni, anzi tre, mi sono dedicata in maniera molto intesa al raggiungimento di alcuni traguardi importanti, che hanno richiesto un totale interesse e mi hanno assorbito fisicamente e mentalmente fino a molto oltre quello che poteva essere il limite. Sono riuscita a resistere, grazie anche al sostegno e l'incoraggiamento (non di tutte) le persone che mi sono vicine. A luglio però ho dato un freno a tutto e ho vissuto fino a pochi giorni fa come una lobotomizzata. Avevo tre anni di fatiche e sforzi da smaltire, avevo bisogno di dormire sapendo che al mio risveglio sarei stata "libera" da impegni, volevo perdere tempo, telefonare alle amiche, vederle, leggere, insomma vivere una vita un po' più salubre. E dovevo mantenere una promessa: iniziare a camminare o correre regolarmente.

Lo stile di vita che ho condotto nell'ultimo periodo (tre anni può essere solo un periodo?) è stato devastante, e per me che sono molto attenta al discorso benessere globale della persona è stato duro, anche sapendo che le mie fatiche avrebbero avuto una fine. La conclusione me la sono imposta ad un certo punto, qualche mese fa, perché non avrei più retto.

Per molte delle persone che mi sono vicine è stato un controsenso vedere vivermi una vita delirante e forsennata; perché io ritengo preziosi i momenti di cura di sé, faccio attenzione per all'alimentazione -preferisco il bio ed evito cibo spazzatura-, tendo a vivere  con poco, predico lo stare sereni, il vedere sempre il lato positivo, fare una vita più semplice ma anche meno frenetica, peace and love, e blablabla. 
Sono dell'idea che sia bene seguire il ritmo della vita, che tendenzialmente non è vorticoso a mio giudizio, ma per recuperare del tempo che ho dedicato ad attività diverse da quelle ideali per me, mi sono dovuta rimboccare le maniche, mettere le gambe in spalla e correre veloce. Quindi diciamo che in certi momenti il ritmo di vita può essere anche molto serrato e va seguito per non restare indietro. 

Ora posso tirare il fiato. Le cose stanno andando come devono andare e per la maggior parte del tempo che verrà dovrò essenzialmente limitarmi a raccogliere i frutti del mio lavoro e mantenere una buona velocità di crociera.

A questo punto ritorno sul punto di prima: la promessa. 

Dal mio fidanzato mi veniva spesso rimproverato (giustamente) che non facessi attività fisica, con l'aggravante dell'essere una persona attenta al bio, all'ecologia, alla salute. Cosa che è evidentemente una contraddizione: non si può essere attenti alla salute e contemporaneamente essere grassi e non fare movimento. Proprio perché io stessa mi sono accorta di questo non-sense, mi sono voluta auto-incastrare con una promessa: "se tu (fidanzato) ti prendi cura di te in modo 'olistico', io vado a correre". (Anche perché ora che ci penso il controsenso era anche il suo: magro e atletico, ma non attento al benessere suo globale.) Quando dico auto-incastrare lo dico perché, gente, lo sappiamo tutti che la vita sedentaria fa male, che il sovrappeso è un pericolo per la salute, ma lo sappiamo anche che non è facile cambiare dal punto di vista del "dinamismo" e del peso. 

Quante volte ho provato io a dimagrire e a iniziare un'attività sportiva regolare negli ultimi 8 anni? Sempre, tutti i mesi. Quante volte ci sono riuscita? Mai. 

Ma siccome non mi sono arresa ho fatto questa promessa a lui. 
Perché da lui non posso scappare, lui non posso fare finta di non sentirlo quando mi dice "sei andata a camminare oggi?", lui non mi giustifica perché "fa caldo, fa freddo, è tardi, non mi va, sono triste", lui alla domanda "stasera ci vediamo? Lo devo sapere perché sto uscendo a camminare e devo sapere quanto posso stare via" mi risponde "non ci vediamo, stai via quanto vuoi", lui mi ha regalato le scarpe serie, perché non ci si deve rovinare le ginocchia-caviglie-schiena per cercare di fare qualcosa che a ginocchia-caviglie-schiena dovrebbe fare bene, lui mi ha dato un orologio satellitare da invasati che non usa più perché gli invasati hanno sempre l'ultimo modello, lui mi fa leggere gli articoli sulle riviste tecniche, lui mi dice che per aprile potrei correre la mezzamaratona (ma manco morta sull'automedica, penso io, fra otto mesi faccio 22 km), lui -dopo che in quattro giorni ho fatto un sacco di strada, il quarto giorno- al mio "domani no, eh!" si è messo a ridere affettuosamente e mi ha detto "il recupero è importante", lui mi dice che non lo faccio per lui ma per me.

Questa è stata la mia strategia, fargli una promessa-ricatto in cui tutti e due avevamo qualcosa di buono da imparare e fare. Ci siamo voluti bene a vicenda, facendo tramite l'altro il bene nostro e dell'altro, mi sono presa cura di lui e lui di me. Forse è questo amore davvero. 

Nel frattempo spero che diventi un'abitudine e che il mio corpo si trasformi col nuovo stile di vita che mi fa vivere in coerenza con le mie convinzioni. 

lunedì 15 aprile 2013

Una vita normale.

Ormai mi avvicino al primo vero giro di boa della mia vita. Che sarà a novembre.

I vent'anni sono un giro di boa finto. I trenta invece no.

I trenta sono l'età della consapevolezza vera e della responsabilità. E devo dire però che mi sento ancora molto nei vent'anni, perché vorrei viaggiare, fare esperienze, imparare bene ancora due lingue straniere, studiare, stare spensierata; ma è anche vero che fremo e scalpito per entrare pienamente nella mia vita, dove fare le mie scelte autonome e indipendenti. Ed avere una vita normale, che è esattamente come quella che ho ma con la mia casa dove convivere col fotografo e il mio lavoro.

Quello che vorrei a trovare un lavoro per settembre, visto che è ormai un anno che non lavoro più. Viste le circostanze di questo 2013 è stato meglio così finora, ma adesso basta, eh! Che devo andare avanti con i miei progetti, capito te lassù? In realtà non ho lavorato nel senso stretto, ma mi sono data parecchio da fare in altre cose. Spero di poter cantar vittoria entro settembre. Staremo a vedere.

Questo è l'anno delle cose che finiscono e che iniziano, ormai l'ho capito. Sarà anche la primavera ma ho voglia di arrivare a riva e prendendo fiato guardare il mare dove ho nuotato e progettare quello dove nuoterò dall'anno prossimo in poi.

Ora studio, che ci sono un bel po' di esami e concorsi nell'immediato futuro.
Forza me e forza tutti.

venerdì 15 febbraio 2013

San Valentino 2013

Ieri era San Valentino. 
Il mio fotografo ed io siamo andati a cena fuori.
Non capita molto spesso che noi andiamo a mangiare al ristorante da soli, ancora meno il pesce.
Siamo andati al ristorante "Le Nasse" a Forlimpopoli.
Il locale è vicino alla stazione, la zona non è degradata, anzi. C'è un bel viale alberato e un buon parcheggio. Il ristorante dentro è carino, intimo ma non claustrofobico. Adeguato ad un posto che fa solo pesce, senza essere una caricatura di un locale della riviera. 
Le sedie sono comodissime, ampie, col cuscino, i braccioli: seduti così è tutto più buono.
Il pesce freschissimo, cotto bene, saporito. 
Il servizio non è velocissimo, ma gentile e sorridente. Dopo tutto siamo andati al ristorante per passare una serata tranquilla e piacevole. Quindi abbiamo avuto modo di parlare e stare insieme.
Non ci sono dolci a menù, ma una serie di dolcetti che sono offerti dal ristorante: quadrettini di vari tipi di crostate, ciambelle, tortine...
Il prezzo adeguato alla qualità e alla quantità delle porzioni. Si spende il giusto a mio parere.

Il locale è quindi raccomandatissimo a chi a Forlì volesse mangiare del buon pesce senza andare lontano.