martedì 11 settembre 2012

Ma allora è vero che le cose non contengono ricordi

Andando avanti nel progetto cento chili mi sono accorta che la frase che avevo letto e sentito dire tante volte - e che suona più o meno così "i ricordi sono dentro di me, non nelle cose"- è vera. E di solito parlano persone a cui è stata persa una valigia, o hanno subito un furto o fatto traslochi importanti e buttato tante cose. Per anni ho pensato che queste persone fossero pazze. Ma pazze da legare. 
Invece me ne sono accorta anche io. È successo quando ho preso i vecchi rullini da buttare via, non mi servivano, non erano utili, però ho tentennato... insomma, erano la prova che Enrico ed io quel giorno in quel momento eravamo insieme a condividere una cosa. E poi BAM! L'illuminazione. Io me lo ricordo, me lo ricordo anche senza cianfrusaglia nel mezzo. E ho capito che quelle erano tracce che servivano prima, quando la storia era all'inizio e c'era bisogno di qualcosa di tangibile per dimostrare che esisteva. Ora non serve, la storia c'è, è radicata in noi e non ho più bisogno di feticci per renderla concreta. 

Ci sono alcuni oggetti che però hanno un valore diverso: non posso e non riesco a buttare via, per lo meno non ancora; ad esempio il mio orso preferito, non posso buttarlo come un altro peluche qualunque. Gli altri sì, hanno già preso il via da tempo, ma lui no. Lui non si può. E se ho quasi trent'anni me ne frego. Il mio orso me lo tengo. Insieme a quei sette otto pupazzi importanti che ho avuto. Questi sono ricordi in sé e per sé, sono oggetti che quando li prendo in mano mi fanno stare bene, mi coccolano. E non voglio privarmi di questa sensazione di benessere.

Ecco potrei fare una lista delle cose che "a vederle potrebbero essere buttate, ma in realtà non posso".
Avrebbe senso? 

Nessun commento:

Posta un commento