venerdì 10 febbraio 2012

Del mio peso.



Come si vede dalla fotina del profilo sono una ragazza in carne. Peso tanto, non dirò quanto, ma decisamente troppo. Ho iniziato piano piano a dimagrire, ho perso 3 chili in due mesi. È giusto come calo, perché per alcuni eventi (Polipetto III, inizio del lavoro e di un corso a Bologna, influenza e poi neve) è da un mese che non varco la soglia della palestra. 

In ogni caso non è di questo che volevo parlare, non esattamente. 

Questo post di Amedeo mi ha fatto riflettere su di me, sul perché io sia diventata grassa.

Il motivo principale che avevo trovato era per una specie di compensazione per situazioni difficili da sopportare ma dove da parte mia non era ammesso "sbagliare" (leggi: lasciarsi trascinare in follia pura) unita ad una profonda mancanza di rispetto. In sostanza non mi ritenevo degna di essere anche fisicamente nella norma. Era come se mi dicessi: sono intelligente, le persone devono volermi bene per questo, non per altro. E poi c'è il problema dell'appartenere al club delle figlie e dei figli di "madrimaicontente" come giustamente Federica ha detto qui. Perché visto che vivo con gente che mi vuole perfetta sotto tutti i punti di vista, nessuno escluso, da qualche parte avevo bisogno di crollare. Quando Amedeo mi fa leggere "a una come mia madre, sentirsi svalutare perché grassa non fa né caldo né freddo, tanto che sull'uscita pessima di suo marito non ha fatto una piega" a me vengono i brividi, perché io sono sempre dovuta essere brava a scuola, matura più della mia età, per bene, educata, forte nel sopportare situazioni famigliari che non sto a raccontare.... insomma essere una donna a cui, apparentemente "sentirsi svalutare perché grassa non fa né caldo né freddo". 

Ma non è proprio andata così in realtà: da qualche parte volevo e pretendevo di sentirmi in diritto di sbagliare. E siccome a sbagliare a fumare, drogarsi, alcolizzarsi e similari il mio invadentissimo super-io (non si fa questo! fa male quello! è vietato!) me l'ha proibito e io allora mi son sfogata sul cibo e sul diventare grassa. Che non è illegale e non fa male a nessuno.

Ecco, non è proprio così.
Fa male.
Un sacco.
A me soprattutto.

Quando le persone mi conoscono spesso, di primo acchito quando sentono i miei racconti, pensano che io sia una specie di donna invincibile, che ne ha passate di cotte e di crude e sempre ne è passata indenne a testa alta. Come se fosse stato solo un alito di vento e non una tempesta. Ecco. Non è proprio così. Delle volte per passare da certe situazioni si fa una fatica bestiale, se poi non si vuole mai chiede aiuto a nessuno, allora si fa ancora più fatica e da qualche parte bisogna cedere. Per mantenere un equilibrio mentale apparente io ho avuto bisogno di concedermi di essere sbagliata in qualcosa. E siccome non volevo (o non potevo) andare giù di testa e dare i numeri, ho mollato i freni nell'alimentazione e nell'attività fisica. Come dire: non divento una che si taglia ma grassa. 

A ripensarci adesso quello che ho fatto è ancora più subdolo: ho spacciato per "normale" qualcosa che normale non era, per fare in modo che ancora una volta di più nessuno intorno a me pensasse che c'era (c'è) un problema. Per tenere tutti alla larga dalle mie emozioni e dai miei problemi, che non manifestandosi "per davvero" era un po' come se sparissero no? 
No! Dannazione: no! I problemi non spariscono così: anche se tengo gli occhi chiusi, quello che c'è intorno a me non cambia. Ovvio, ma mica tanto in verità.

In sostanza dimagrire è per me adesso un percorso di conoscenza di me stessa, di acquisizione di rispetto e dignità. E ad ogni chilo che se ne va c'è una di quelle situazioni passate che mi hanno spinto a ingrassare che si risolve, consapevolmente o no è così. 

Allora chiaramente si capisce bene che tre chili in due mesi vanno più che bene. 

E si capisce che le donne tutte d'un pezzo, quando nessuno le vede piangono. Proprio loro. Che sono solide come piramidi. Piangono con la pelle che brucia sotto  il peso delle lacrime che si portano dietro tutta la disperazione del mondo. Perché le donne tutte d'un pezzo non si piegano, ma a volte si rompono.

Finalmente, allora, tornano ad essere solo donne. Lasciando il d'un pezzo a fare il muschio nel giardino di un collezionista di oggetti rari.


3 commenti:

  1. Il mio primo pensiero è un consiglio: impara a dire il tuo peso, chiunque sia il tuo interlocutore.

    Non sai quanto io apprezzi questo post. Ti faccio tutti i miei complimenti: forse è la prima volta che sento dire da qualcuno - da una donna, in particolare - che dimagrire è crescere. Continua così, è il modo migliore.

    Trovo estremamente sensato e funzionante tutto. Credo che tu sia molto brava ad indagarti, a conoscerti, e credo che neanche stavolta tu abbia sbagliato analisi. Si sente, dici tutto con troppa aderenza. In questo mi ricordi molto me, che pretendo di capire tutto ciò che vivo, che mi succede.


    La butto lì, ma autorità nel campo me l'hanno confermato come plausibile: l'ambiente in cui sono cresciuto non era diverso dal tuo, mi pare, e anch'io stato sempre stato caricato di aspettative alte - da parte degli altri e di me stesso - e non è detto che io sia gay anche per questo. Magari, chi lo sa, è stato questo il mio modo per dire NO.

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  2. Marina come ben sai molte sono le cose che ci accomunano...madrimaicontente,problema col cibo,iper perfezione apparente.
    Questo post potrei ricopiarlo su un foglio e attaccarlo sul frigo così ogni volta che avrò voglia di aprirlo mi passerà la voglia e magari correrò a guardarmi allo specchio...cosa che per inciso faccio sempre di sfuggita e solo se sono vestita di tutto punto.

    Penso a quanto tu stia facendo bene a dimagrire così lentamente e t'immagino come un bocciolo ancora chiuso...fiorirai,la primavera è così vicina!!

    Ti abbraccio!

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